Tra il 28 giugno e l’11 luglio si sono tenute a Washington la Conferenza internazionale “La Terza Guerra Mondiale e la lotta contro la NATO e l’imperialismo” e varie iniziative di denuncia, protesta e lotta organizzate dalla Piattaforma Antimperialista Mondiale e dal Partito dei Comunisti USA (PdCUSA) contro la NATO e la guerra che gli imperialisti stanno estendendo nel mondo. La dedizione e il duro lavoro di tutti i partecipanti hanno permesso di raggiungere buoni risultati e di fare fronte a numerosi problemi e manovre repressive: a vari compagni è stato infatti negato il visto per gli USA; nove compagni coreani, benché provvisti di visto, si sono visti vietare l’ingresso negli USA, sono stati tenuti in stato di fermo per giorni interi e l’FBI ha confiscato loro cellulari e computer portatili, ma alla fine sette di loro sono riusciti a entrare negli USA.
– Dal 28 giugno al 2 luglio si è tenuto il raduno della Piattaforma Giovanile Antimperialista Mondiale, che si è data un programma di lavoro comune per i prossimi mesi e ha partecipato a varie manifestazioni e raduni contro la guerra a Washington e New York insieme ad attivisti statunitensi e coreani.
– L’8 luglio i partecipanti hanno letto una dichiarazione congiunta e hanno partecipato a una marcia di protesta verso la Casa Bianca con le organizzazioni contro la guerra di tutto il mondo.
– Dal 9 all’11 luglio, nei tre giorni del vertice della NATO, i partecipanti sono stati in presidio permanente dalle h. 10 alle h. 18 davanti alla Casa Bianca, per manifestare la rabbia dei popoli del mondo contro il vertice della NATO e per denunciare e condannare le azioni di guerra delle potenze imperialiste.
Alla Conferenza internazionale dell’8 luglio, tenutasi presso la Chiesa dell’Epifania (vicino alla Casa Bianca) e organizzata dal Partito dei Comunisti USA e dalla Piattaforma antimperialista mondiale, hanno partecipato delegati di 33 partiti e organizzazioni provenienti da tutto il mondo, tra cui Europa, Asia, America Latina, Africa e Medio Oriente.
I partecipanti hanno analizzato natura e cause della Terza Guerra Mondiale e hanno discusso su come sviluppare la lotta antimperialista e contro la NATO alla luce del fatto che la Terza Guerra Mondiale è scoppiata con la guerra in Ucraina, si è intensificata con la guerra in Medio Oriente e gli imperialisti hanno intenzione di allargarla all’Indo-Pacifico: non a caso i capi di governo del Giappone e della Corea del sud dal 2022 partecipano stabilmente ai vertici della NATO.
La Conferenza è stata presieduta dal Partito Popolare Democratico della Corea del sud e si è svolta in tre sessioni.
Nella prima sessione
a) sono stati trasmessi i video-interventi
di Dimitrios Patelis – coordinatore del consiglio centrale di Unità Rivoluzionaria della Grecia,
di Stefan Petrov – membro del dipartimento internazionale del Movimento 23 Settembre di Bulgaria,
di Joti Brar – vicepresidente del Partito Comunista (marxista-leninista) di Gran Bretagna,
del Partito dei CARC (Italia);
b) sono intervenuti
Rafiki Morris – membro del Comitato Centrale del Partito Rivoluzionario del Popolo Africano,
Chawki Irving – Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC);
c) sono stati letti gli interventi
di Booker Omole – vicepresidente del Partito Comunista del Kenya,
di Luis Aravena – secondo segretario del Partito Comunista Cileno (Azione Proletaria),
del Partito Comunista della Bolivia.
La sessione si è conclusa con gli interventi
di Edmundo Albornoz – Partito Comunista dell’Ecuador,
di Christopher Helali – segretario internazionale del PdCUSA.
Nella seconda sessione
a) sono stati trasmessi gli interventi-video
di Dmitry Novikov – vicepresidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR),
di Boris Litvinov – primo segretario del Comitato della Repubblica di Donetsk del PCFR,
di Aleksandar Denic – Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia;
b) sono stati letti gli interventi
della Piattaforma Socialista della Georgia,
del Partito Comunista del Perù,
del Partito Comunista del Kirghizistan,
della Piattaforma Baltica,
del Partito dei Lavoratori dell’Irlanda,
di Jef Bossuyt – membro dell’Ufficio Politico del Partito Comunista del Belgio;
c) ci sono stati gli interventi
dell’Alleanza Nera per la Pace (USA)
di Anatole Sawosik – PRCF (Francia)
di Miguel Angel – Unione Proletaria (Spagna).
La terza sessione è iniziata con le gli interventi
di Joe Lombardo – coordinatore della Coalizione Nazionale Unita contro la Guerra (USA),
di Sara Flounders – segretaria internazionale del Partito Internazionale dei Lavoratori (USA),
di Cody Urban – membro del Movimento di Resistenza alle Guerre condotte dagli USA (USA),
di Centro per l’Innovazione Politica (USA),
di David Savard – Azione Socialista di Liberazione Nazionale del Quebec (Canada).
Sono seguite la lettura dell’intervento di Gabriel Rockhill – Laboratorio di Teoria Critica (Francia) e la trasmissione degli interventi-video di Midwestern Marx (USA) e del Partito Comunista del Lavoro della Turchia/Leninista.
Hanno contribuito Yoon Gil Sang, consigliere del Consiglio di Coordinamento Nazionale coreano-americano, e Stephen Cho, coordinatore del Forum Internazionale Coreano e organizzatore della Piattaforma Mondiale Antimperialista. L’ambasciatore del Nicaragua negli USA ha tenuto un discorso di solidarietà.
Christopher Helali del PdCUSA ha infine letto la dichiarazione congiunta “L’alleanza imperialista della NATO può essere sconfitta se costruiamo l’Asse mondiale della Resistenza!”.
Gli interventi alla Conferenza di Washington saranno pubblicati sul n. 14 di Platform, la rivista della Piattaforma Antimperialista Mondiale.
La Piattaforma Antimperialista Mondiale è stata fondata a Parigi (Francia) nell’ottobre 2022 con l’obiettivo di estendere la lotta antimperialista, di promuovere la lotta ideologica contro il revisionismo, l’opportunismo e il settarismo, di consolidare le forze comuniste internazionali (vedi L’ondata crescente della guerra globale e i compiti degli antimperialisti). Dalla sua fondazione la Piattaforma Antimperialista Mondiale ha tenuto conferenze internazionali e organizzato raduni e manifestazioni di massa sotto la bandiera dell’antimperialismo a Belgrado (Serbia, dicembre 2022), Caracas (Venezuela, marzo 2023), Gwangju e Seul (Corea del sud, maggio 2023) e Atene (Grecia, novembre 2023). Nel marzo-aprile 2024 ha organizzato una tournée europea per la troupe musicale rivoluzionaria della Repubblica Popolare Democratica di Corea. Nel maggio 2024 una delegazione della Piattaforma ha visitato la regione russa del Donbass e ha solidarizzato con le forze comuniste e antimperialiste locali. Nel giugno 2024, ha tenuto una conferenza internazionale a Madrid (Spagna). L’iniziativa più importante della seconda metà del 2024 è quella che si terrà a Dakar (Senegal) dal 25 al 28 ottobre 2024 a cui è prevista la partecipazione di 60 tra delegati della Piattaforma e delegati di partiti e organizzazioni africani. Sono in programma una conferenza internazionale, conferenze stampa, colloqui, incontri con organizzazioni pubbliche, conferenze pubbliche e manifestazioni antimperialiste e contro la guerra con organizzazioni locali.
13 luglio 2024 – Piattaforma Antimperialista Mondiale
Di seguito l’intervento del P.CARC alla Conferenza di Washington
Ringraziamo il gruppo promotore della Piattaforma Antimperialista Mondiale per aver organizzato questo nuovo incontro internazionale e per averlo organizzato proprio a Washington. Il complesso industriale-militare-finanziario USA, gendarme dell’ordine imperialista che opprime i popoli di gran parte del mondo e centro promotore della Terza guerra mondiale, deve far fronte non solo all’opposizione che cresce negli altri paesi, ma anche alla ribellione delle masse popolari e alla rinascita del movimento comunista che si sviluppano negli USA stessi. L’abbattimento dell’imperialismo USA è compito del movimento comunista internazionale, ma il ruolo decisivo spetta alle masse popolari, alla classe operaia e ai comunisti USA. Auguriamo quindi alla Conferenza un buon lavoro e un fecondo dibattito, che sia portatore di sviluppi utili alla rinascita del movimento comunista in tutto il mondo, a partire dagli USA e dagli altri paesi imperialisti.
Crisi generale del capitalismo e Terza guerra mondiale
La guerra che dilaga nel mondo non è nata dalla cattiva volontà, dalla follia o dai calcoli sbagliati di uno o l’altro dei membri della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei e dei criminali che sono a capo dei governi dei loro paesi.
La guerra è la soluzione di ultima istanza a cui la borghesia imperialista ricorre per far fronte alla crisi generale del suo sistema, crisi che ha la sua fonte nella sovrapproduzione assoluta di capitale: a livello mondiale e considerando tutti i settori produttivi, il capitale accumulato è tanto che, se i capitalisti lo impiegassero tutto nelle loro aziende che producono merci (beni e servizi), estrarrebbero una massa di plusvalore (quindi di profitto) inferiore a quella che estraggono impiegandone solo una parte. Marx (Il Capitale, Libro III, Sez. 3, Cap. 15) aveva previsto in una certa misura questo fenomeno, che al suo tempo non si era ancora verificato empiricamente e che è caratteristico dell’epoca imperialista. Nei paesi imperialisti una minima parte del capitale è impiegata ancora oggi nella produzione e circolazione di merci (nel 2013, secondo stime di BRI, FMI e BM, ammontava al 7% dell’intero capitale mondiale: 75.000 miliardi $ su 1.070 miliardi $), il resto è impiegato nella forma di capitale finanziario o speculativo.
Questa situazione genera crisi che pur nascendo dall’economia diventano generali, cioè investono ogni ambito della vita associata (politica, morale, cultura, ambiente).
Guerra esterna e guerra interna
In questo contesto ogni capitalista cerca a ogni costo di valorizzare (cioè far crescere) la parte del capitale complessivo di cui egli è proprietario o comunque gestore, avvalendosi anche, più che gli riesce, del concorso dello Stato.
Da qui la guerra:
– la guerra esterna, la Terza guerra mondiale in corso, con il genocidio sionista in Palestina, la guerra ibrida USA-NATO contro la Federazione Russa tramite il regime filo-nazista di Kiev, l’operazione Aspides nel Mar Rosso, le manovre nel Pacifico contro la Repubblica Popolare Cinese, le missioni militari in Africa e Asia, la guerra sporca contro paesi come la Repubblica Popolare Democratica di Corea, Cuba, il Venezuela e contro quegli Stati (Iran, Siria, ecc.) che non aprono le frontiere alle scorrerie, ai traffici, agli affari dei gruppi imperialisti;
– la guerra interna (guerra di sterminio non dichiarata contro le masse popolari), che provoca ogni anno anche nei paesi più ricchi centinaia di migliaia di morti sul lavoro, per malasanità, per malattie curabili, vittime della crisi ambientale e dell’inquinamento, vittime degli abusi di droga e alcol, della povertà e del degrado materiale e morale che dilagano.
La guerra è un parto necessario della crisi generale del capitalismo e non è possibile porvi fine definitivamente senza rovesciare il sistema capitalista almeno in alcuni dei maggiori paesi imperialisti, cioè senza un salto della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti.
Le caratteristiche della Terza guerra mondiale
La Terza guerra mondiale, come le altre due guerre mondiali che l’hanno preceduta, è frutto della crisi generale del sistema capitalista, tuttavia si differenzia da esse in cinque aspetti:
1. nel mondo nessun paese svolge un ruolo analogo a quello svolto dall’URSS, ma la RPC svolge un importante ruolo progressista internazionale;
2. la rinascita del movimento comunista è un compito che principalmente i comunisti dei paesi imperialisti devono ancora assolvere, ma in questi paesi le lotte delle masse popolari dilagano e creano un terreno favorevole;
3. i gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei non sono i grado di arrestare il declino dell’egemonia mondiale dei gruppi imperialisti USA in campo politico, economico, commerciale, monetario e finanziario;
4. le operazioni del capitale finanziario e speculativo predominano di gran lunga sulla produzione di merci (beni e servizi);
5. il tipo di armi che i gruppi imperialisti impiegano (guerra ibrida): far collassare i governi, sovversione, intossicazione dei cuori e delle menti per mezzo dei media di regime e di altri strumenti digitali, sconvolgimento del sistema economico, paralisi del sistema finanziario, con decine di guerre locali in cui le potenze imperialiste hanno un peso importante (guerre per interposta persona). La guerra attuale rispecchia, anche nelle sue forme, il carattere sociale che grazie allo sviluppo del capitalismo l’attività economica ha oramai assunto in tutti i paesi (praticamente non esistono più paesi in cui ogni famiglia vive di quello che essa stessa estrae dall’ambiente naturale in cui vive) e il ruolo che di conseguenza le masse popolari hanno assunto anche nell’attività politica.
La Prima guerra mondiale è nata come scontro tra potenze imperialiste, che la borghesia ha chiuso repentinamente dopo la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre e il rischio del contagio del “sistema dei soviet” nel resto d’Europa: non riuscì però a “soffocare il bambino finché era nella culla”, cioè ad impedire l’avvio della costruzione del socialismo in Unione Sovietica e dello sconvolgimento del sistema coloniale.
La Seconda guerra mondiale è nata come guerra dei gruppi e Stati imperialisti contro l’URSS. Ma il movimento comunista, tramite l’azione diplomatica dell’URSS (il patto Molotov-Ribbentrop del 1939) e dell’Internazionale Comunista (promozione della mobilitazione antifascista, della lotta per l’instaurazione del socialismo delle masse popolari dei paesi imperialisti, della lotta anticoloniale dei popoli dei paesi oppressi), la fece diventare guerra del Reich & C. contro Francia e Inghilterra e poi di Inghilterra e USA alleati con l’URSS contro il Reich (nel 1945 il Reich provò a riportarla a guerra contro l’URSS, ma senza riuscirvi). Alla fine della Seconda guerra mondiale il campo socialista comprendeva un terzo dell’umanità.
La Terza guerra mondiale si svolge in un contesto in cui da più di cento anni due vie si scontrano tra loro: una è lo sviluppo della rivoluzione proletaria (socialista e di nuova democrazia) promosso dai gruppi, organismi ed esponenti del movimento comunista cosciente e organizzato, l’altra è la decadenza della società borghese.
Alla vigilia della Prima guerra mondiale, Lenin prevedeva che o la rivoluzione socialista preveniva la guerra o i comunisti avrebbero trasformato la guerra in rivoluzione. Così fu. Tuttavia, pur essendo sempre riuscito a trasformare la guerra in un generale salto in avanti su scala mondiale, il movimento comunista non è riuscito, né a seguito della Prima né della Seconda guerra mondiale, a instaurare il socialismo in un paese imperialista. Questo fu il limite principale dell’azione dei comunisti nel corso della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976): è questo il limite che dobbiamo superare oggi.
Il compito dei comunisti italiani
Il compito dei comunisti italiani è prima di tutto quello di mobilitare ogni settore della popolazione per mettere fine alla partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO contro la Federazione Russa, al genocidio sionista in Palestina e alle manovre nel Pacifico, facendo leva sul fatto che la partecipazione dell’Italia alla guerra è contraria agli interessi immediati della grande maggioranza delle masse popolari italiane e mettervi fine significa allo stesso tempo liberare il nostro paese dal protettorato USA instaurato dal 1948, la cui manifestazione più evidente sono le 116 basi e agenzie USA e NATO esistenti in Italia.
La borghesia ha bisogno di promuovere la guerra, ma diritti e conquiste strappate dalle masse quando il movimento comunista era forte sono ora in una certa misura sedimentate nel loro senso comune e le conseguenze dell’economia di guerra si fanno sentire. Per evitare che la resistenza delle masse popolari si trasformi coscientemente in lotta per il socialismo, nel nostro paese la classe dominante ricorre alla militarizzazione della società (a partire dalle scuole), alla propaganda bellica e alla repressione su larga scala. Ma tanto più la classe dominante prosegue in queste misure della “guerra interna”, tanto più mostra la propria natura e contribuisce a liberare le masse dalle illusioni e dai pregiudizi “democratici” da essa stessa propagandati e imposti. Quanto più procede con la guerra e l’economia di guerra, tanto più il regime politico nel nostro paese verrà sconvolto e sovvertito e si farà sempre più concreta l’alternativa: 1. o un salto qualitativo nella mobilitazione reazionaria delle masse (tentativi di introdurre la leva obbligatoria, bando legale delle organizzazioni del dissenso, sospensione delle elezioni e di altre garanzie costituzionali, squadrismo diffuso, ecc.); 2. o una rottura politica dal basso, un fronte composto da una vasta rete di organizzazioni popolari, sparse per tutto il paese, che sostiene la formazione di un governo sovrano e popolare (come già in una certa misura avvenne con i governi del Comitato di Liberazione Nazionale dal 1943 al 1947) che rompa con la sottomissione del nostro paese alla NATO e all’UE, prenda alcune misure d’emergenza sull’organizzazione del lavoro, sulla produzione e circolazione dei beni essenziali (dunque a partire dalla salvaguardia dell’apparato produttivo e dalla sovranità monetaria), stabilisca relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con tutti gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
Questa per le masse popolari del nostro paese è la via più breve e meno dolorosa per avanzare verso il socialismo. Questo è anche il contributo più alto che noi comunisti italiani possiamo dare alla causa dell’internazionalismo proletario.
La rivoluzione mondiale non può che essere una combinazione di rivoluzioni proletarie nei singoli paesi. Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e avrà il loro aiuto. L’Italia può essere questo paese: dipende da noi comunisti che lo sia! Vincendo la guerra interna fermeremo anche la guerra esterna.
L’instaurazione del socialismo in un paese imperialista come l’Italia, anche solo un deciso salto di livello della rivoluzione socialista, spezzerebbe la spirale distruttiva in cui il dominio della borghesia imperialista trascina le masse popolari del mondo intero, analogamente a come i comunisti russi con la rivoluzione culminata nell’insurrezione dell’Ottobre 1917 spezzarono il corso delle cose che aveva portato i grandi gruppi imperialisti mondiali a scontrarsi per il dominio del mondo e diedero inizio alla prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale.