Bergamo, 6 giugno 2024
COMUNICATO
A seguito delle mobilitazioni in solidarietà con il popolo e la Resistenza palestinese di questi ultimi mesi che stanno coinvolgendo e mobilitando sempre più ampi strati della popolazione italiana, nell’impossibilità di placarla con le scelte politiche guerrafondaie, filosioniste e imperialiste adottate, il governo Meloni, governo al servizio della NATO (istituzione terroristica fondata dagli imperialisti USA) agisce con la repressione sempre più aperta verso coloro che si mobilitano contro la guerra, l’economia di guerra, la rapina dei diritti e delle conquiste del movimento dei lavoratori, contro il saccheggio e la distruzione dell’ambiente.
Nelle scorse settimane un compagno di Proletari Comunisti è stato colpito dalla questura di Milano da un provvedimento di limitazione della libertà personale di circolazione. Il provvedimento repressivo è chiaramente un atto di repressione politica, illegale e anticostituzionale adottato sulla scorta della legislazione fascista ancora in vigore e anzi aggiornata dagli emuli scimmiottatori del fascismo del ventennio organizzati in questo e nei precedenti governi retti dal sistema delle Larghe Intese. È adottato per dare un segnale apparentemente di forza e colpire quanti si sono e si stanno mobilitando a difesa degli interessi popolari e in solidarietà della lotta anticoloniale del popolo palestinese contro il governo dell’entità sionista in terra di Palestina. Dimostra invece la debolezza della classe dominante a far fronte alle migliaia di persone mobilitate su questo terreno in svariate forme in tutto il paese.
Esprimiamo la nostra solidarietà con il compagno di Proletari Comunisti colpito dalla repressione certi che questa non fermerà la lotta di liberazione dalla classe dominante, dal suo marcio sistema capitalista per avanzare nella costruzione della rivoluzione per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.
Avanti nel creare le condizioni per la costruzione di un governo di emergenza delle masse popolari organizzate, primo passo per avviare la trasformazione socialista del paese.