Un balzo nella spirale di guerra

Maturata nel contesto in cui la Comunità Internazionale degli imperialisti Usa, sionisti e Ue cerca di allargare il conflitto per far fronte alle sconfitte sul campo dell’esercito ucraino e delle bande di mercenari, la strage di Mosca è un tassello nello sviluppo della terza guerra mondiale. Metodi e procedure – una strage di civili tramite un attentato terroristico – sono la firma autografa degli imperialisti Usa-Nato, sterminatori seriali di popoli in ogni angolo del mondo.

La strage del 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, 137 morti e quasi 200 feriti, ha imposto un balzo nella spirale della guerra.

Il rimpallo di conferme e smentite sulla paternità della strage fanno parte della propaganda bellica, con lo specifico obiettivo di confondere le acque e manipolare l’opinione pubblica, tanto nella Federazione Russa – una simile strage pochi giorni dopo le elezioni concorre a destabilizzare il paese – quanto nei paesi imperialisti.

Tuttavia, se si mettono in fila i pur pochi elementi certi, le cause, gli obiettivi e le possibili conseguenze della strage emergono molto chiaramente.

– Dopo due anni di guerra, nonostante il dispiegamento di armi, uomini e mezzi dei paesi della Nato, l’impiego di mercenari di ogni tipo, il fiume di denaro versato da Washington e gli sforzi della Ue, la Federazione Russa non è crollata. A dispetto delle sanzioni, non è un paese “in ginocchio” ed è tutt’altro che isolato a livello internazionale.

– A fronte della disfatta della “controffensiva ucraina”, i grandi sponsor di Zelensky (Usa e Ue) sono spinti a un maggior impegno sul campo e da settimane si moltiplicano segnali e dichiarazioni che vanno nella direzione di una svolta: l’impiego degli eserciti dei paesi imperialisti direttamente sul campo. Ai guerrafondai della Nato serve un pretesto (la “difesa della democrazia in Ucraina” è una formula che vacilla) che però tarda ad arrivare.

– Il 22 marzo la strage. A pochi minuti dalle prime notizie dell’attentato sia gli Usa che i servizi segreti ucraini si sperticano per argomentare la loro estraneità ai fatti. Il tempismo è quantomeno sospetto: è mancato poco che si discolpassero prima ancora della strage.

– A stretto giro, giusto per confermare gli alibi di Usa e Ucraina, arriva la rivendicazione dell’Isis. Al netto di tutte le falle, le incongruenze e le contraddizioni che la indeboliscono, salta agli occhi che quella rivendicazione è più una conferma del coinvolgimento degli Usa nell’attentato che una smentita. L’Isis è una loro creatura deputata alla guerra sporca e al terrorismo di massa.

– Il giorno dopo la strage vengono arrestati i quattro autori materiali e gli appartenenti alla rete di fiancheggiatori. Le loro confessioni lasciano il tempo che trovano in termini di comprensione delle cose: alle autorità russe serve mostrare i colpevoli, serve mostrare che collaborano alle indagini e serve mostrare di essere inequivocabilmente arrivati a individuare i mandanti. Anche se i mandanti sono già chiari. E del resto, la strage di Mosca non sarebbe né il primo né l’unico attentato ordito dai servizi segreti ucraini sostenuti e coperti dagli Usa e dai servizi inglesi: il sabotaggio del ponte di Crimea e l’omicidio di Daria Dugina sono solo due esempi.

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