Fare come i facchini di Mondo Convenienza

Niente diritti? Niente consegne!

Nel momento in cui scriviamo sono passati tre mesi dall’inizio dello sciopero dei facchini in appalto dello stabilimento Mondo Convenienza di Campi Bisenzio (FI).

Nell’azienda da anni si lavora per 12-13 ore al giorno, 6 giorni su 7, con straordinari, ferie e malattie non pagati, mancanza totale di strumenti per il carico e lo scarico delle merci e il contratto di Pulizie Multiservizi (invece che logistica) che prevede una paga oraria di 6,80 euro lordi.

Per tutti questi motivi, il 30 maggio un gruppo di facchini e autisti iscritti al Si Cobas e dipendenti della ditta in appalto RL2 entra in sciopero, picchettando i cancelli del magazzino e bloccando l’uscita dei camion con le merci. Le richieste sono semplici: il passaggio al Ccnl della logistica, il pagamento delle trasferte giornaliere e l’introduzione del marcatempo per registrare le ore lavorate. Niente di più della mera applicazione della legge…

Da subito la polizia prova a sgomberare gli operai per far proseguire le consegne (vengono fatti tre tentativi di sgombero in un giorno solo), ma – purtroppo per loro – scatta immediatamente il meccanismo della solidarietà ormai consolidato che lega il Si Cobas ai lavoratori ex-Gkn e che aggrega anche gli altri sindacati di base, le organizzazioni politiche e studentesche della città. Il picchetto resiste, si ingrossa di ora in ora e respinge gli attacchi. I camion non passano: “niente diritti, niente consegne”, dicono i facchini.

Nei giorni successivi la polizia e l’azienda cercano in tutti modi di ripristinare il flusso delle consegne. Il 5 giugno la celere carica i lavoratori, li stringe contro un muro e fa passare i camion. Ma tutto viene filmato e i solidali accorrono; non passa molto tempo che sono costretti a liberarli e il picchetto continua.

Due giorni dopo un furgone di Mondo Convenienza esce dallo stabilimento forzando il picchetto e investe alcuni lavoratori. Alla sua guida c’è uno dei capi della RL2 che poi, insieme ad altri “colleghi”, si mette a picchiare lavoratori e solidali. Anche stavolta il picchetto resiste, ma la giornata finisce con un operaio in ospedale e diversi contusi.

Nel frattempo, il Si Cobas si adopera per estendere la mobilitazione e la solidarietà con tutti i mezzi: irruzioni nel punto vendita di Mondo Convenienza a Prato, partecipazione a dibattiti e iniziative in cui far conoscere la lotta dei facchini come il campeggio No Base a Coltano (3-5 giugno), collegamento con le altre città dove opera Mondo Convenienza e dove sono presenti operai iscritti al Si Cobas.

Il risultato è che la mobilitazione si estende e la notizia dello sciopero arriva sui giornali e Tg nazionali. L’azienda, nonostante richiami da Pisa e Bologna altri lavoratori per sostituire quelli in sciopero – pratica peraltro illegale – non riesce a consegnare e le persone sono costrette a venire a ritirare al magazzino, dove vedono il presidio, le bandiere, le tende e ciò contribuisce ulteriormente a far conoscere la vicenda sul territorio.

Ancora una volta il Si Cobas Prato e Firenze – dopo aver scoperchiato negli scorsi anni il cosiddetto “sistema Prato” delle aziende del distretto tessile in mano alle organizzazioni criminali cinesi – ha aperto il sipario sul sistema di funzionamento di un’azienda che adotta pratiche criminali e che, tra l’altro, è sotto processo a Bologna e Ivrea per sfruttamento e caporalato.

Il 10 giugno l’azienda tenta una manifestazione antisciopero sotto la Prefettura a Firenze che però fallisce per il rifiuto dei lavoratori di parteciparvi, nonostante le minacce e la promessa di 250 euro come “premio”.

Nel frattempo, sempre più facchini degli altri magazzini cominciano a rifiutarsi di andare a sostituire i colleghi di Firenze e la notizia dello sciopero corre veloce.

Un primo punto di svolta arriva il 15 giugno, quando delegati e lavoratori del Si Cobas dei magazzini della logistica di Piacenza, Pavia, Milano, Modena e Como si presentano davanti ai cancelli a Campi Bisenzio. Si crea un corposo corteo che percorre la zona industriale e fa abbassare la cresta a padroni e questurini. Il giorno seguente spariscono camionette e pattuglie, le forze dell’ordine si ritirano e i tentativi di sgombero con la forza cessano.

In tutto questo, la nuova amministrazione di Campi Bisenzio, uscita vincitrice dalle elezioni il giorno prima dell’inizio dello sciopero, si pone apertamente e da subito dalla parte dei lavoratori. Il sindaco Andrea Tagliaferri e la sua giunta (composta da forze anti Larghe Intese: Prc, Sinistra Italiana, M5s, liste civiche sostenute dai comitati ambientalisti e dalle organizzazioni popolari del territorio) si dichiarano solidali con il picchetto e si adoperano per sostenerlo, rafforzandone la legittimità. Ordinano la consegna di due bagni chimici, sono presenti alle assemblee e alle iniziative del presidio e si danno da fare per portare l’azienda a un tavolo di discussione che viene ottenuto per il 27 giugno. Otto ore di tavolo insieme anche alla Regione e ai delegati sindacali, ma l’azienda è irremovibile e non è disposta a trattare su niente (nemmeno sull’introduzione di un banale marcatempo). Quindi lo sciopero va avanti.

Intanto la mobilitazione si allarga ad altri stabilimenti di Mondo Convenienza e i lavoratori del Si Cobas incrociano le braccia a Roma, Bologna, Lissone (MI), Settimo Torinese (TO). Anche la solidarietà si allarga: oltre alla Gkn e alle varie realtà del territorio che si organizzano per sostenere e dare risonanza allo sciopero dei facchini, anche Anpi e Arci Toscana si mettono a disposizione, costruendo iniziative informative e cene di raccolta fondi. Il Si Cobas promuove volantinaggi davanti agli altri stabilimenti di Mondo Convenienza per informare i lavoratori e, nel frattempo, sostiene le altre lotte sul territorio come quella dei lavoratori ex-Gkn che il 30 giugno hanno occupato la torre di San Niccolò in centro a Firenze per richiedere il pagamento della Cig.

Ma l’azienda vuole farla finita e tenta nuove strade. L’8 luglio la RL2 invia una pioggia di lettere di contestazione disciplinare ai lavoratori in sciopero e il 13 luglio procede a licenziare venticinque lavoratori che apprendono la notizia dalla stampa ancora prima di ricevere la comunicazione ufficiale.

Il 14 luglio un gruppo di capi e capetti della RL2 venuti da tutta Italia (gli stessi che hanno picchiato i facchini in sciopero a Bologna pochi giorni prima), insieme ad alcuni lavoratori e capitanati dal responsabile delle Risorse Umane di Mondo Convenienza di Firenze, inscenano una protesta sotto il Comune di Campi. Occupano la piazza con i camion e rifiutano di andarsene, mentre il sindaco chiama la prefettura che però non interviene. Un atto gravissimo.

In risposta a questa provocazione che ha l’obiettivo di mettere la cittadinanza contro i facchini del picchetto, operai e solidali organizzano una partecipata assemblea davanti al presidio che lancia una manifestazione cittadina per il 23 luglio. Al corteo sono presenti quasi mille persone e partecipa anche l’amministrazione di Campi.

Il 19 luglio viene convocato un nuovo tavolo dall’Unità di Crisi della Regione, ma l’azienda nemmeno si presenta. Il sindaco Tagliaferri rende subito pubblico con un video l’esito inconcludente della riunione e rilancia la mobilitazione, dicendo di essere in contatto anche con i sindaci di Torino e Bologna dove Mondo Convenienza sta reprimendo i lavoratori in sciopero. Allarga la questione oltre la città toscana e chiama in causa il governo.

Il 26 luglio una delegazione di lavoratori, il Si Cobas e il sindaco vanno a Roma, dove alcuni deputati del M5s (Quartini, Ricciardi, Appendino e altri) presentano un’interrogazione sulla tutela del diritto di sciopero e per la garanzia di condizioni di lavoro dignitose negli appalti di Mondo Convenienza alla Ministra del Lavoro Calderone in un Question Time alla Camera. Prevedibilmente, la risposta della ministra è solo fuffa e niente di concreto viene fatto.

Il giorno dopo, finalmente, viene sciolto il presidio dei capetti sotto il Comune di Campi e i vigili prendono a multare tutti i camion indebitamente in sosta da giorni.

Lo sciopero non accenna a fermarsi, anzi. Il Si Cobas lancia un appello alla mobilitazione davanti a tutti gli stabilimenti e magazzini di Mondo Convenienza del paese. Il 5 agosto anche il magazzino di Pisa entra in sciopero.

Il 3 agosto, intanto, ritorna la polizia in assetto antisommossa al presidio e il 9 agosto, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura, arrivano trentadue avvisi di garanzia per violenza privata a lavoratori e solidali. Ma questo non fiacca il presidio, tutt’altro! Dall’8 all’11 agosto viene organizzato il “Mondo Convergenza Summer Camp”: un campeggio studentesco fatto di dibattiti, iniziative e momenti di socialità per lanciare la campagna Mondo Convergenza, ovvero una campagna di mobilitazione a sostegno dei lavoratori che prende a riferimento l’appello lanciato nei giorni precedenti.

Tra il 21 e il 22 agosto anche nei negozi di Casamassima (BA) e Lecce i lavoratori protestano.

Mondo Convenienza, evidentemente preoccupata e con le armi spuntate, si assume l’impegno a obbligare le ditte in appalto ad abrogare i regolamenti aziendali truffa e ad applicare il Ccnl, ma niente di concreto viene fatto e lo sciopero prosegue.

Ad oggi (27 agosto), il presidio non accenna a smobilitare, lavoratori e solidali rafforzano la rete sul territorio e in tutta Italia, diventando punto di riferimento per le altre lotte e mobilitazioni.

L’azienda e i capetti dell’appalto, adeguatamente sostenuti dalle forze dell’ordine, in questi mesi le hanno provate tutte per far terminare lo sciopero, ma non hanno fatto i conti con la forza della classe operaia che, quando si mette alla testa della mobilitazione popolare, trascina dietro di sé tutto il resto.

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