Durante la campagna elettorale sono state promosse varie iniziative contro la guerra e contro la NATO. Mobilitazioni più o meno grandi a cui hanno preso parte esponenti e candidati delle liste contro l’agenda Draghi, comitati, associazioni, partiti e sindacati.
A seguire, un primo bollettino delle iniziative di cui siamo a conoscenza.
9 settembre – Presidio alla base militare di Camp Darby (PI)
I compagni di Unione Popolare (UP) di Pisa e Cambiare Rotta hanno organizzato prima un flash-mob davanti al CISAM (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari) e poi un presidio davanti alla base militare di Camp Darby: il più grande deposito di armamenti USA esistente all’estero e avamposto italiano delle guerre della NATO. Un presidio contro l’occupazione militare statunitense del territorio italiano; per lo scioglimento della NATO; per lo stop alla partecipazione dell’Italia negli scenari di guerra; per la costruzione di un sistema di cooperazione internazionale fondato sulla diplomazia e sulla pace tra i popoli.
9, 10, 11 settembre – Tre giorni No base a Coltano (PI)
Una tre giorni di iniziative organizzata dal movimento No base che ha messo al centro i temi dell’anti-militarismo e della difesa dell’ambiente. Infatti, il comitato da mesi si batte contro la costruzione dell’ennesima base militare in territorio pisano che, secondo i progetti, dovrebbe essere collocata all’interno di un parco naturale. In particolare, domenica 11 si è tenuto il dibattito Energia, Ambiente, Guerra: Territori In Lotta Contro Il Cambiamento Climatico che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone tra cui, oltre a noi, vari esponenti dei comitati ambientalisti e antimilitaristi toscani, il Collettivo di Fabbrica della GKN di Campi Bisenzio, il consigliere comunale di Una Città in Comune Ciccio Auletta.
16 settembre – Sit-in di protesta No NATO a Vicenza
Organizzato da Assemblea Vicenza No Guerra No NATO, CUB e USB, in concomitanza con la convention nazionale che ha riunito i vertici di Confindustria. Il sit-in ha messo al centro della protesta l’opposizione alle basi militari sul territorio vicentino da cui partono le missioni USA e NATO nell’Europa sud-orientale.
17 settembre – Presidi a Ghedi, Aviano e Iglesias
In contemporanea e in concatenazione con il presidio davanti alla base militare di Ghedi si sono tenute altre due manifestazioni contro la guerra e la NATO.
Una ad Aviano (PN) davanti alla base militare NATO – dove sono presenti anche armi atomiche – organizzata da Unione Popolare; l’altra a Iglesias (CI) in Sardegna, organizzata da Comitato Riconversione Rwm-Iglesias, Cagliari Social Forum, COBAS Scuola-Cagliari, Comitato spontaneo di autodifesa “Sa Defenza”, Comunità “La Collina”-Serdiana, USB-Cagliari, Coordinamento Provinciale “Prepariamo la Pace”-Cagliari.
“Ghedi (BS) e Iglesias sono collegate da una sottile linea rosso sangue. Oltre a stoccare le bombe nucleari per la NATO, la cittadina lombarda è, infatti, sede del quartier generale di Rwm Italia Spa che, nell’iglesiente, produce grosse bombe per aereo e si appresta a produrre droni kamikaze su licenza israeliana. Purtroppo, mentre in Ucraina e in altri 50 conflitti nel mondo, gli innocenti muoiono sotto le bombe, i profitti delle fabbriche di armi crescono vertiginosamente”, hanno scritto gli organizzatori.
18 settembre – Convegno e corteo “Fermare la guerra, uscire dalla NATO”, Bologna
La giornata di mobilitazione, organizzata da Unione Popolare è iniziata la mattina con un convegno al quale hanno partecipato 200 persone e in cui si è parlato della situazione internazionale di guerra, della NATO e delle implicazioni che comporta la sudditanza del nostro paese all’alleanza atlantica.
Nel pomeriggio si è poi tenuto un corteo per le vie del centro cittadino, in cui al No alla NATO e alla guerra delle potenze imperialiste si sono aggiunti i temi del carovita, del No all’agenda Draghi e all’alternanza scuola-lavoro, dopo la morte, qualche giorno prima, dello studente Giuliano De Seta (vedi articolo a pag. 13).
21 settembre – Corteo contro la guerra a Trieste
Il Coordinamento No Green Pass cittadino ha organizzato una manifestazione “contro la guerra e l’emergenzialismo bellico e sanitario”, che ha portato in piazza alcune centinaia di persone. Una manifestazione significativa perché a costruirla sono state quelle persone che la classe dominante già si figurava “ritirate a vita privata” con l’esaurimento della lotta No Green Pass. E invece i cittadini sono tornati a manifestare, scandendo slogan come “neanche un soldo ai militari, date tutto ai sanitari”, “dopo la pandemia ci portano in guerra. Fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia” e “fuori le navi militari dal porto di Trieste”.
22 settembre – Presidio alla base di Camp Darby (PI)
Come Federazione Toscana abbiamo organizzato questo presidio davanti alla base militare USA al quale abbiamo invitato tutti i comitati e i candidati delle liste contro l’agenda Draghi. Hanno raccolto il nostro appello i compagni di Unione Popolare e di Ultima Generazione. Con il presidio abbiamo voluto idealmente chiudere la “nostra” campagna elettorale, fatta di azioni radicali e non solo di discorsi radicali, evidenziando il filo rosso che lega la guerra, il carovita, la devastazione dell’ambiente: la crisi del sistema capitalista. Il modo per uscirne è la lotta, la mobilitazione, l’organizzazione per costruire la rivoluzione socialista nel nostro paese.
Fuori l’Italia dalla NATO!