[Internazionale] Sull’invasione turca del nord della Siria

Mercoledì 9 ottobre alcuni contingenti dell’Esercito turco hanno apertamente invaso la Siria, lanciando l’operazione “Primavera di pace” con l’obiettivo di “estirpare il terrorismo curdo legato al PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan)” dal Rojava, nome con cui si indica in lingua curda la parte settentrionale della Siria.

Qualche giorno prima, Donald Trump ha stabilito il ritiro delle truppe imperialiste USA dall’area citata che, precedentemente, operavano in supporto delle Forze Democratiche Siriane (FDS), coalizione politico-militare composta dalle formazioni, Unità di Protezione del Popolo (YPG) e Unità di Protezione della Donna (YPJ), espressione a propria volta del movimento di liberazione nazionale del Kurdistan. Un supporto, quello fin qua fornito dagli imperialisti USA alle formazioni curde, strumentale alla loro politica di disintegrazione dello Stato siriano e all’obiettivo di “ripulire” il paese dalle bande mercenarie musulmane che gli USA hanno prima foraggiato contro il governo Assad e poi iniziato a combattere, una volta che queste bande mercenarie hanno iniziato a rivolgere le loro azioni terroristiche oltre che contro il governo Assad ed il movimento curdo anche contro i gruppi imperialisti USA, UE e sionisti.

Adesso gli USA servendosi anche della NATO, loro braccio armato, hanno concordato con il regime reazionario turco di Erdogan il disimpegno militare USA dal Rojava e il via libera all’invasione da parte della Turchia di questa regione dello Stato siriano. L’obiettivo del regime Erdogan è estendere la propria occupazione del territorio siriano, fare carne da macello delle formazioni curde e proseguire in questo modo la politica discriminatoria e di annientamento del movimento di liberazione nazionale curdo che la borghesia reazionaria turca storicamente conduce.

Bisogna segnalare che la Turchia, già prima di questa nuova offensiva contro il nord-ovest della Siria, ha occupato tramite bande mercenarie più di 6 mila km quadrati del territorio nazionale dello Stato siriano, compresi nelle zone adiacenti alle città di Idlib e Aleppo – quest’ultima liberata nel 2016 dall’Esercito siriano con il sostegno dell’aviazione russa e degli Hezbollah libanesi mentre Idlib resta in mano alle bande mercenarie foraggiate dalla Turchia.

La Siria, guidata dal presidente legittimo Bashar Al-Asad, ha affrontato negli ultimi 8 anni una brutale e sanguinosa guerra terroristica promossa dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, UE e sionisti. La ragione di questa aggressione è la sua ricchezza di risorse naturali (petrolio, gas naturale, oro) e l’essere annoverata tra i cosiddetti “Stati canaglia” perché governata da un governo non succube alla Comunità Internazionale.

Noi comunisti esprimiamo la ferma condanna all’aggressione del regime reazionario di Erdogan contro la Siria e il movimento di liberazione nazionale curdo. Siamo solidali con la resistenza e le lotte di liberazione nazionale dei popoli oppressi dalla Comunità internazionale e i loro lacché. Siamo solidali con le autorità di quei paesi – come quelle dello Stato siriano – che l’imperialismo annovera come “canaglie” per la loro opposizione ai progetti di destabilizzazione, aggressione e saccheggio che in ognuno dei paesi non allineati si manifestano in vario modo.

Porre fine al corso catastrofico delle cose promosso dalla borghesia imperialista nel mondo è possibile, con lo sviluppo di una nuova ondata di rivoluzioni proletarie, combinazione di rivoluzione socialiste nei paesi imperialisti e rivoluzioni di nuova democrazia nelle colonie e semi-colonie. La premessa fondamentale è l’avanzamento della rinascita del movimenta comunista che si pone alla testa della resistenza delle masse popolari, sulla base della comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe e sulla base degli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria, sintetizzati nel maoismo, terza superiore tappa della concezione comunista del mondo dopo il marxismo e il leninismo.

Sosteniamo la lotta dei comunisti siriani e dei Paesi arabi, siamo al fianco del movimento rivoluzionario turco e di quello curdo in lotta per l’emancipazione dallo sfruttamento e oppressione perpetuati dai regimi reazionari della regione.

La rinascita del movimento comunista nei paesi imperialisti come il nostro riveste un carattere decisivo a livello internazionale per dare la spallata definitiva al sistema di relazioni sociali ed economiche imposto dalla borghesia e dal suo clero nonché al regime di guerra e saccheggio che la Comunità Internazionale impone ai paesi coloniali e semi-coloniali, come dimostra l’esempio siriano.

Appoggiamo i vari presidi di solidarietà contro questa nuova aggressione alla Siria ed in particolare al popolo curdo e chiamiamo i comunisti ovunque collocati a parteciparvi e a promuovere l’orientamento che fare dell’Italia un nuovo paese socialista è il miglior contributo che come comunisti italiani possiamo dare alle lotte di liberazione nazionale dei popoli oppressi. Nel centenario della fondazione della prima Internazionale Comunista facciamo valere il vero senso dell’internazionalismo proletario.

Sono i popoli a fare la loro storia, la scienza comunista è la loro guida!

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