Anche in Italia la lotta contro l’overtourism (termine con cui si intende il sovraffollamento di turisti che peggiora la vita dei residenti) è andata via via intensificandosi. Da qualche anno in molte città italiane si registra un aumento vertiginoso degli affitti a breve termine, spesso a discapito di residenti stabili. Un fenomeno che ha contribuito alla crescita dei canoni di locazione e al numero di sfratti, specialmente in zone centrali e strategiche dal punto di vista turistico.
Negli ultimi mesi, nelle principali città italiane la protesta si è elevata sia a livello di azioni messe in pratica che di coordinamento.
A settembre a Napoli è stato organizzato un flash mob: i manifestanti hanno coperto le serrande di alcune edicole chiuse con grandi cartelloni che imitavano la prima pagina del giornale Libero, con titoli e articoli contro l’overtourism.
A ottobre a Roma, un gruppo di attivisti anonimi, a un centinaio di metri dal Circo Massimo, ha messo fuori uso le keybox (le cassette per le chiavi usate dai proprietari di appartamenti per turisti per farli entrare anche quando non sono presenti). Al posto delle “chiavi” hanno lasciato un cappello alla Robin-Hood e un volantino di denuncia dell’aumento degli affitti brevi che riduce la presenza di affitti a lungo termine (e a prezzi più bassi) e allo stesso tempo causa un aumento generalizzato dei prezzi.
A novembre a Firenze, attivisti del comitato Salviamo Firenze per viverci, hanno dato il via alla campagna contro keybox e tastierini elettronici attaccando centinaia di adesivi rossi sulle cassette. Secondo Massimo Torelli, portavoce del comitato, “le keybox non vanno regolamentate, vanno proibite. Di Airbnb (portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi con persone che dispongono di un alloggio da affittare) ce ne sono troppi, vanno regolamentati e ridotti: lavoratori e studenti non trovano più casa a Firenze a causa del dilagare degli affitti brevi”.
A dicembre, anche a Genova, Milano, Rimini e Venezia, anonimi attivisti coordinati, hanno coperto le keybox con scritte come “Meno affitti brevi, più case per tutt*”, “Il tuo b&b, il nostro sfratto” e “Tu casa era mi casa”.
Il 10 gennaio le iniziative sono state replicate e si sono estese, coinvolgendo, secondo un comunicato degli attivisti, migliaia di persone in tutta Italia da Torino a Palermo, passando per Roma, Bologna e Napoli, unite contro una crisi abitativa che non può essere ignorata.
L’obiettivo non è solo quello di denunciare gli effetti del turismo di massa, ma anche la rivendicazione di misure strutturali per garantire il diritto alla casa. In un comunicato lasciato sui luoghi dei “sabotaggi”, gli attivisti hanno scritto: “L’emergenza casa è nazionale e necessita di soluzioni messe in campo dal governo. Gli effetti negativi del turismo non sono che una diramazione di un sistema che non garantisce il diritto alla casa ai suoi cittadini … A Roma le famiglie, gli studenti, gli anziani non possono più permettersi gli affitti che raggiungono picchi di crescita dell’80%. Gli sfratti in vista del Giubileo sono alle stelle. I quartieri cambiano volto per lasciare spazio a consumo, beni di lusso, fast food”.