Organismi popolari e amministrazioni locali

Durante la prima giornata della festa, il 1° agosto, abbiamo organizzato un dibattito, promosso assieme a Legambiente della Valdera, focalizzato sul rapporto che può e deve intercorrere fra chi si candida o viene eletto nelle istituzioni locali sulla base di programmi favorevoli alla masse popolari e le organizzazioni operaie e popolari, i comitati e le associazioni attivi sul territorio.

L’obiettivo era mettere a confronto su questo argomento esponenti degli uni e degli altri e possiamo dire che è stato raggiunto: erano presenti associazioni e comitati, così come esponenti politici, spesso con una storia di attivismo in organizzazioni popolari alle spalle, eletti per le loro posizioni di rottura con i comitati d’affari che gestiscono correntemente la “cosa pubblica”.

Una linea di sviluppo pratica emersa dall’assemblea è quella di mettere in sinergia le due manifestazioni regionali previste nel prossimo autunno in Toscana: una per l’ambiente e l’altra per la sanità pubblica. Ambiti che giustamente vengono considerati in stretta relazione.

Il dibattito è stato ricco e fruttuoso. È emerso quale meccanismo è necessario innescare per mettere in pratica politiche di reale cambiamento nei territori. Contrastare i comitati di affari che dietro il teatrino della politica borghese attuano i loro interessi è una battaglia continua, che richiede una forza particolare. Questa non è data dall’essere eletti nelle istituzioni, ma dal continuo rapporto con le masse popolari organizzate.

Chi viene eletto e chi si organizza sul territorio deve agire in stretta sinergia l’uno con l’altro, deve combattere la stessa battaglia, sia pure da posizioni diverse.

Riportiamo, in forma riadattata per esigenze di sintesi, stralci significativi di alcuni interventi.

“Dagli anni Ottanta è avvenuto un processo preciso. I comuni grandi, medi e piccoli venivano considerati come nemici giurati della libertà di mercato e di conseguenza è stata aperta la strada alle privatizzazioni, hanno privatizzato tutto quello che si poteva. Però allo stesso tempo, da Roma, sia i governi di centrosinistra che di centrodestra tagliavano le risorse ai comuni. Cosa abbiamo concretizzato in questi anni? Che i comuni, con l’acqua alla gola, in mancanza di risorse si fanno finanziare molto volentieri dai privati. (…) Si tratta di una lotta di liberazione; se vogliamo riappropriarci dei comuni dobbiamo fare una lotta di liberazione vera. Noi abbiamo appoggiato dei candidati, delle liste, e siamo anche convinti che riusciranno a fare il loro ottimo lavoro se noi non deleghiamo, se noi gli forniamo gli elementi come abbiamo fatto prima, per farli eleggere.” (Antonio Piro, No Valdera Avvelenata)

“La chiave di tutto sono le lotte, è vero. Il risultato della nostra coalizione deriva dai vari comitati e assemblee che abbiamo sul territorio. Il risultati di tutti questi comitati è il nostro risultato. (…)

Esiste una difficoltà reale a governare un comune perché hai le armi spuntate per tutta una serie di regole e per la dipendenza dai finanziamenti che vengono dalle istituzioni superiori. É vero, abbiamo la possibilità di contrastare le leggi e anche di provare ad andare oltre, però le amministrazioni governate dalla sinistra sono bersagliate da gruppi di potere e dalle altre amministrazioni e questo deve essere chiaro anche a chi ha sostenuto ed eletto le persone. Perché poi succede che governi cinque anni e se questo rapporto fra amministrazione e territorio non è continuato in una crescita comune poi c’è un cambio e lì effettivamente hai perso il sostegno popolare. Abbiamo anche noi, nel nostro piccolo, delle responsabilità.” (Leonardo Masi, candidato sindaco e consigliere di opposizione lista Empoli che Verrà)

“Tanti compagni si trovano ad affrontare la repressione. Personalmente mi provoca dolore vedere compagni o persone politicamente attive che si allontanano da coloro che fanno battaglie di disobbedienza civile dicendo: “questi non sono i modi giusti”. Cos’è questo legalitarismo, di che stiamo parlando?! Abbiamo di fronte dei banditi che creano le leggi per loro, per difendersi, e noi dobbiamo seguire queste leggi? É un gioco truccato, dove chi ha il potere sta barando palesemente e noi ci preoccupiamo di seguire le regole? Così perdiamo di sicuro!

Che cosa possono fare i cittadini, i comitati? Sicuramente cercare di non prendere le distanze da chi sta lottando. Abbiamo lo stesso obiettivo, puntiamo allo stesso risultato. Ogni lotta è giusta e lecita sotto questo aspetto, ci unisce e la vittoria è di tutti. Smettiamola di dividerci sulla questione “i nostri modi sono diversi”.

Anche nelle istituzioni, chi ha un ruolo politico e un reale interesse ad aiutare i cittadini (…) non si allontani né da queste lotte né da queste pratiche di lotta. L’unione di lotte e di metodi di lotta diversi può portare alla vittoria. L’esperienza della lotta per il parco Don Bosco a Bologna è di esempio. C’era di tutto, comitati cittadini, anziani, centri sociali, hanno occupato il parco, subìto la repressione poliziesca, ma hanno vinto, perché tutti erano uniti, non c’era chi si distanziava da alcune pratiche.

Quindi, la risposta su cosa può fare un amministratore o un consigliere di opposizione è non prendere le distanze, non dissociarsi da chi lotta perché fondamentalmente sta lottando per tutti noi mettendo in gioco se stesso e prendendosi tutta una serie di rischi.” (Giordano – Ultima Generazione)

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