L’esito del X Congresso PRC. Nei giorni del 30 e 31 marzo e del 1 aprile, a Spoleto (PG) si è concluso il X Congresso Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista (PRC) che ha sancito l’elezione a segretario nazionale di Maurizio Acerbo, esponente della mozione “Per un nuovo umanesimo, per il socialismo del XXI secolo”, espressione del gruppo dirigente del PRC dal 2008 ad oggi. Il tratto distintivo di questa mozione è l’elettoralismo, l’elevazione del rientro del PRC nelle assemblee elettive, da cui nel corso degli anni è stato progressivamente estromesso, a via maestra della rinascita dei comunisti e della sinistra (borghese) in Italia. Ha invece ottenuto appena il 28,5% dei consensi la mozione “Rifondazione e rivoluzione. Il Partito che vogliamo”, che aggrega al suo interno anime diverse accomunate dalla critica all’elettoralismo e dalla proposta di mettere al centro dell’azione del PRC la promozione e il sostegno delle lotte rivendicative dei lavoratori e delle masse popolari. E’ questa la mozione che ha raccolto il sostegno della parte del PRC che è più stanca degli inciuci opportunisti, dello spostamento a destra in nome dell’ “unità della sinistra”, del declino a cui l’elettoralismo ha condotto il PRC (all’ultimo congresso hanno votato poco più di 7000 iscritti, quasi la metà dei votanti al IX Congresso).

Due deviazioni non fanno una prospettiva. Lo scontro tra i promotori della linea dell’ “unità della sinistra” e i promotori dell’ “unità dei conflitti” è essenzialmente scontro tra due deviazioni del movimento comunista:

– l’elettoralismo (ridurre i compiti politici dei comunisti all’intervento nelle assemblee elettive borghesi, elevato ad obiettivo strategico),

– l’economicismo (ridurre i compiti politici dei comunisti alla promozione e al sostegno delle lotte rivendicative dei lavoratori e delle masse popolari anziché dirigere la lotta politica per la conquista del potere).

Sono le due tare storiche del movimento comunista nei paesi imperialisti in cui, nel corso della prima ondata, è rimasto impantanato anche il movimento comunista del nostro paese, passando dal primo PSI al PCI dei revisionisti moderni Togliatti, Longo, Berlinguer.

Due tare di cui il PRC (capofila della sinistra borghese sorta sulle ceneri del vecchio PCI revisionista) è stato continuatore e su cui oggi si divide tra i fautori dell’una e dell’altra tara… ma è come elevare a soluzione dei problemi del movimento comunista ciò che è stata la sua malattia degenerativa. D’altra parte la soggezione della dirigenza del PRC alla cultura borghese di sinistra e il suo ruolo attivo nella rimozione e denigrazione dei punti più alti raggiunti dalla prima ondata della rivoluzione proletaria (l’esperienza dei primi paesi socialisti che per i promotori di entrambe le mozioni è ancora la “storia di errori e orrori” di bertinottiana memoria) rende loro inconcepibili soluzioni all’attuale disastroso corso delle cose che vadano oltre l’orizzonte della società borghese. E’ per questo che lo scontro tra i dirigenti PRC su “unità della sinistra” o “unità dei conflitti” se è lungi dall’arrestare il declino del PRC, lo è ancor di più dalle aspirazioni di quei compagni che sinceramente e con dedizione sperano che dai capo-fila dell’una e dell’altra tendenza nasca qualcosa di positivo per le sorti del movimento comunista e della rivoluzione socialista nel nostro paese.

La nostra partecipazione al X Congresso. Come P.CARC, ovunque ci è stata data la possibilità, abbiamo partecipato e siamo intervenuti ai congressi di circolo e provinciali del PRC, con l’obiettivo di consolidare i rapporti esistenti a livello locale con il PRC. Ci siamo confrontati con compagni appartententi sia all’una che all’altra delle mozioni, spesso riscontrando un approccio positivo sia negli uni che negli altri, sincera aspirazione alla rinascita del movimento comunista e disponibilità pratica a stabilire relazioni di politica da fronte con il P.CARC e la carovana del (nuovo)PCI.

E’ tramite questo confronto più che dall’analisi delle due mozioni che è emerso l’interesse e la tensione positiva esistente nel PRC (tra dirigenti di circolo, militanti, iscriiti) ad affrontare alcune questioni decisive per la rinascita del movimento comunista nel nostro paese:

– che il fondamento dell’unità dei comunisti è l’unità ideologica dei comunisti su una teoria rivoluzionaria e pertanto la si persegue approfondendo e sviluppando il dibattito e la lotta ideologica sulle questioni ideologiche,

– che lo sviluppo di rapporti di politica da fronte tra partiti, organizzazioni, gruppi di comunisti è un terreno di relazioni da estendere sempre allo scopo di favorire i presupposti dell’unità dei comunisti,

– che il compito dei comunisti in Italia è dirigere le masse popolari a fare la rivoluzione socialista.

Gli insegnamenti. Per quel che ci riguarda usciamo dalla partecipazione ai congressi di circolo e provinciali del PRC avendo fatto un’esperienza che ci ha permesso di conoscere meglio alcune delle energie e delle risorse migliori ancora presenti in questa organizzazione, oltre e al di là di quello che emerge dal dibattito pubblico e dallo scontro tra i vari Acerbo, Ferrero, Forenza, ecc. Nonostante e al di là di questo esiste ancora nel PRC un tessuto di militanti che aspirano e a modo loro concepiscono la loro militanza come un presidio per la rinascita del movimento comunista e per fare la rivoluzione socialista nel nostro paese. Da qui lo sprone a rafforzare la politica da fronte con questa parte migliore del PRC, non includibile nell’una o nell’altra delle mozioni congressuali ma trasversale rispetto ad esse. Uno sprone a bandire il settarismo al nostro interno, a sviluppare il legame tra noi e questi compagni, a portare loro il nostro orientamento, rafforzare, in questo modo, le tendenze positive presenti e portare anche nel PRC la lotta contro il disfattismo.

Da Napoli a Gaeta (LT), da Roma a Poggibonsi (SI), da Firenze a Reggio Emilia, da Bergamo a Torino abbiamo avuto modo di confrontarci e consolidare rapporti con diversi compagni con le caratteristiche suddette. A questi diciamo di non farsi trascinare nello scoramento per l’esito del X Congresso e attivarsi per tramutare le loro aspirazioni in realtà. IL Partito dei CARC è al fianco di questi compagni e ne sostiene gli sforzi.

Ai compagni che sono per l’unità dei comunisti ma ritengono necessario che questa si realizzi sulla base di un’unità ideologica, proponiamo il dibattito sui quattro temi che P.CARC e carovana del (nuovo)PCI individuano come fondamentali per la rinascita del movimento comunista (1. il bilancio dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria e dei primi paesi socialisti, 2. la natura della crisi del capitalismo; 3. la natura e le caratteristiche del regime che caratterizza i paesi imperialisti; 4. la strategia da seguire per la costruzione della rivoluzione).

Ai compagni che ritengono necessario intessere relazioni più strettre proponiamo di stabilire un rapporto di politica da fronte che si basi su tre aspetti: 1. dibattito franco e aperto relativo all’analisi della situazione, al bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria, ai compiti e alla linea; 2. collaborazione e attività comune in tutti i casi in cui l’obiettivo almeno immediato è comune; 3. solidarietà reciproca senza condizioni di fronte alla repressione borghese.

Ai compagni che qui ed ora vogliono contribuire a fare la rivoluzione socialista nel nostro paese proponiamo di prendere posto nella lotta per l’instaurazione del Governo di Blocco Popolare, il piano d’azione che il P.CARC e la carovana del (nuovo)PCI indicano ai comunisti del nostro paese.

1 COMMENT

  1. Non paga del riformismo, la dirigenza di Rifondazione, specie quella imbarcata sulla mozione della Forenza, sta muovendo sempre più a destra:
    http://frontierenews.it/2017/01/di-come-la-sinistra-italiana-ha-abbracciato-rossobruni-e-xenofobi/

    L’articolo è da aggiornare perché Boghetta ha abbandonato il PRC, ma il problema è di proporzioni ben maggiori di quanto l’articolo rilevi.
    Ad esempio, Simone Gimona, il segretario della federazione bolognese e membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione citato nell’articolo per gli attacchi alla fantomatica “lobby gay”, fornisce alla pagina terzaposizionista previana post che almeno loro interpretano in chiave xenofoba nonostante egli sembri perfettamente cosciente che si tratta di un gruppo neofascista:
    https://www.facebook.com/frontelpopolo/photos/a.255565634811119.1073741828.255505811483768/391679411199740/?type=3&comment_id=391700004531014&reply_comment_id=391738957860452&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R4%22%7D (alcuni commenti ostili a Fronte del Popolo e alle loro posizioni contro i “migranti economici” sono stati cancellati ).

    Per Alessandro Latella, sempre della segreteria bolognese del PRC, non “distinguere” profughi di guerra e “migranti economici” vittime del solo imperialismo (economico) è roba da “sinistra petalosa” (dopo il “buonismo” e le “anime belle” di cui parla Boghetta mancava questa per completare l’adozione del vocabolario del leghismo):
    https://www.facebook.com/paoloferreroPrc/posts/10155095604624194?comment_id=10155099376744194&reply_comment_id=10155111359909194&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R0%22%7D

    Latella infatti condivide questo post in cui Boghetta dice che, se ci fosse Gheddafi, ci avrebbe salvati dall'”invasione”:
    https://www.facebook.com/alessandro.latella.39/posts/863275047182088?pnref=story

    …posizione ribadita qui:
    https://www.facebook.com/alessandro.latella.39/posts/863337090509217

    …e qui ci esprime la sua opinione sui corridoi umanitari:
    https://www.facebook.com/ugo.boghetta/posts/1398233330213230?comment_id=1398973536805876&reply_comment_id=1399001353469761&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R9%22%7D

    Vittorio Toscano, dirigente genovese del PRC, avvalla gli sproloqui di Carlo Scarfò, ex dirigente regionale ligure del partito, a favore delle frontiere che l’Occidente imperialista chiude contro le vittime dell’imperialismo e a favore dell’adozione da parte di Rifondazione del programma dei neonazisti di Alternative für Deutschland:
    https://www.facebook.com/groups/280607759886/permalink/10154100687974887/

    …ed ha idee e lotte in comune con Quelli che tengono a Certosa, un gruppo rondaiolo ( http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/02/20/ASWLmbeB-sicurezza_persone_passeggiata.shtml ):
    https://www.facebook.com/groups/1451262171870500/permalink/1621374541525928/?comment_id=1621377164858999&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R9%22%7D

    …alle cui “passeggiate” questo verbale dice che Toscano ha partecipato:
    https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1291422367610476&set=gm.968990619898263&type=3&theater

    Michele De Luisi, del coordinamento nazionale della sezione giovanile del PRC (immaginate a chi cadrà nella mani il partito tra qualche anno), condivide articoli e mette “mi piace” a commenti nello stile della peggiore destra:
    https://www.facebook.com/dontstolebikeplz/posts/1332669496814652?comment_id=1332676383480630&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R0%22%7D

    https://www.facebook.com/photo.php?fbid=297448743965301&set=a.163708414006002.1073741827.100011005334647&type=3&theater

    Leonardo Cribio, candidato due volte alle comunali a Milano, sul proprio diario Facebook ci espone le sue posizioni su:

    – Immigrazione:
    https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1980839425518902?pnref=story (si noti che Luigi Ciancio lavora per il blog neofascista Oltre la Linea, reincarnazione di Azione Culturale di Alessandro Catto: https://www.facebook.com/luigi.cianciocelex/about?lst=100016515488597%3A100002704609186%3A1495536153 )

    – ONG che salvano vite:
    https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1968025510133627
    https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1963650373904474?comment_id=1963673343902177&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R%22%7D&pnref=story
    https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1977437515859093

    – Marine Le Pen, di cui condivide questo video in cui l’idolo francese dei “rosso”-bruni esprime le proprie posizioni xenofobe:
    https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1929042327365279

    – Etnicizzazione gitanofoba della cronaca dalla TV spazzatura: https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1903885686547610

    – Notizie relative a finti profughi che hanno il palese fine di alimentare odio verso i profughi veri:
    https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/2004782946457883

    – “Negri”:
    https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/2008114532791391?pnref=story

    ed infatti a Cribio piacciono post di Ciancio come questo:
    https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1042078019225675&set=a.575871359179679.1073741826.100002704609186&type=3&theater
    (finito il video, resta il problema dei morti, “cari” miei Ciancio e Cribio)

    Ora, Cribio è famoso per quell’uscita sulle foibe che gli costò le dimissioni da consigliere comunale. Tuttavia, se avesse espresso le sue posizioni davanti ad un brigata titina, magari davanti a dei partigiani jugoslavi di origine romaní, ho l’impressione che una visita speleologica in qualche anfratto del Carso se la sarebbe guadagnata.
    Almeno alcune idee di questo Cribio sono condivise da Alessandro Pascale:
    https://www.facebook.com/aureliano.buendia.1985/posts/10155383568930053

    Pascale, come Gimona, è dirigente nazionale di Rifondazione e come Gimona fa parte del gruppo dei contributi alla pagina terzaposizionista Fronte del Popolo:
    https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/?order=&filter=&member_query=pascale&view=members

    Sarà che secondo Pascale, se non fosse per il reclutamento di “un ampio esercito industriale di riserva” costituito dai pari di `Abd-es-Salam Ed-Danf a quest’ora “la feroce lotta di classe con cui gli [italici] operai cercano di migliorare la propria condizione” avrebbe trionfato?
    https://www.facebook.com/groups/iscrittirifondazionecomunistamilano/permalink/1056620287803360/

    Certo avere immigrati ricattabili, in quanto obbligati alla clandestinità e senza neanche il diritto alla rappresentanza democratica alle elezioni conviene ai padroni, ed aizzargli contro un sottoproletariato ed un’aristocrazia operaia autoctoni che vedono nel proletariato del Terzo Mondo un nemico da lasciar annegare in mare, come gli operai inglesi contro quelli irlandesi di cui parlava Marx nella lettera a Meyer e Vogt del 1870, giova al capitale, ma qualcuno preferisce fare il gioco di quest’ultimo riempiendosi la bocca di pseudomarxismo in stile Fusaro.

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