CONTINUA LA CAMPAGNA CONTRO GLI ABUSI DI POLIZIA E LE PROVE DI FASCISMO, PER VERITÀ E GIUSTIZIA!

Reggio Emilia, 14/10/2014

 
CONTINUA LA CAMPAGNA CONTRO GLI ABUSI DI POLIZIA E LE PROVE DI FASCISMO, PER VERITÀ E GIUSTIZIA!
Dopo l’estate il Comitato 28 Aprile 2009 ritorna a farsi sentire con una azione propagandistica in solidarietà ai famigliari di Davide Bifolco, ragazzo ucciso con un colpo di arma da fuoco da un carabiniere in un posto di blocco nel napoletano.
Questo non è né il primo né l’ultimo caso di abusi delle forze dell’ordine che avvengono quotidianamente nel nostro paese: non esistono mele marce perché marcio è tutto l’apparato e la linea di comando delle forze dell’ordine.
Non può definirsi democratica una società in cui le FdO sparano a ragazzini ai posti di blocco come non può farlo una società che utilizza le FdO per reprimere le mobilitazioni legittime dei lavoratori, dei precari, degli studenti che richiedono un lavoro ed una vita dignitosa.
Per questo scegliamo di non demordere e rilanciamo la nostra attività di solidarietà verso chi difende le libertà democratiche conquistate con la Resistenza antifascista, verso chi è vittima e combatte contro gli abusi di polizia e verso chi ogni giorno lotta contro le prove di fascismo ed i gruppi xenofobi e razzisti.
Per questo facciamo una scelta di campo organizzando una serie di iniziative che vanno a sostenere gli antifascisti reggani che andranno a processo il 6/11 a Reggio Emilia:
 
  • SABATO 25 OTTOBRE presso LabAQ16 Concerto benefit in solidarietà agli antifascisti
  • MERCOLEDÌ 5 NOVEMBRE, aperitivo solidale in preparazione dell’udienza (posto da definirsi)
  • GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE, GIORNATA DI LOTTA E SOLIDARIETÀ
 
Il 28 aprile 2009 a seguito di una scritta sulla sede dell’organizzazione Casa Pound tre antifascisti furono fermati e subirono diversi abusi da parte dell’agente Corradi Fabio e di altri agenti della Digos di Reggio Emilia. Quella notte soltanto il caso (la traiettoria di quella pallottola!) ha fatto sì che non si trasformasse in un altro dei numerosi casi finiti drammaticamente, alla pari di altre storie note o meno note in cui chi indossando la divisa ha abusato del proprio ruolo e del potere a lui conferito. Nonostante tutto questo i tre antifascisti sono ora sotto processo.
La lotta in corso è una battaglia contro l’impunità di chi tra le forze dell’ordine commette abusi nei confronti dei cittadini. Una battaglia per l’agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per difendere le libertà democratiche conquistate con la Resistenza antifascista.
Chi deve andare sotto processo? Gli antifascisti o chi ha tollerato e difeso il covo fascista armi in pugno? Gli antifascisti o i fascisti di Casa Pound e la polizia, suoi difensori?
E’ il fascismo nel nostro paese ad essere illegale! E se chi dovrebbe applicare la Costituzione non solo non lo fa, ma tollera, sostiene quando non foraggia e protegge i fascisti, la loro propaganda xenofoba, le prove di fascismo e razzismo. Allora ben vengano le mille iniziative di base volte a ostacolare e impedire derive reazionarie!
Fare fronte alle prove di fascismo è legittimo anche se illegale!
Ribaltare il banco degli imputati: passare da accusati ad accusatori!
Chi ha sparato non è la vittima, ma l’autore di un abuso di polizia.
Che i fatti assumano il loro vero nome!
 
 
COMITATO 28 APRILE 2009
_____________________________________________
Riceviamo ed inoltriamo dal Laboratorio Sociale AQ16:
13 / 10 / 2014
“15 obblighi di firma giornaliere, queste le misure cautelari emesse dal tribunale a carico di 14 militanti di Reggio Emilia, 13 dei quali appartenenti al Laboratorio Aq16, e uno ad un appartenente al centro sociale TPO di Bologna. Queste misure restrittive della libertà individuale fanno riferimento allo svolgimento della manifestazione tenutasi il 25 aprile 2014 quando un corteo di antifascisti volle contestare ed impedire il provocatorio comizio elettorale del segretario della Lega Nord Matteo Salvini.
Appare subito nitida, alla luce di queste misure cautelari sproporzionate rispetto ai fatti accaduti, la volontà di sedare in una città, per alcuni modello dell’attuale governance renziana, qualsiasi percorso conflittuale ed alternativo colpendo in primo luogo una realtà come quella del laboratorio aq16 da diciassette anni attiva e protagonista nelle mobilitazioni e nella politica di base cittadina.”

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