Non è democrazia borghese e non è moderno fascismo
Cosa distingue il regime di controrivoluzione preventiva dalla democrazia borghese e dal fascismo?
Il regime di controrivoluzione preventiva si distingue dalla democrazia borghese perché la borghesia abbandona la difesa dei diritti democratici e pone la “sicurezza nazionale” (cioè la stabilità e conservazione del regime) al di sopra dei diritti individuali, civili e politici. Lo Stato non si subordina più al rispetto di essi. Non c’è niente di ciò che è riconosciuto dalle leggi o dall’uso e dal costume come diritto che la borghesia rispetta se nuoce (se reputa che nuoccia) alla stabilità e conservazione del suo regime. Essa non si arresta di fronte a nessuna legge e a nessun delitto. (…) La dottrina della sicurezza nazionale sostituisce per la borghesia la dottrina della democrazia e dei diritti civili e politici dell’individuo. Questa sostituzione esprime in campo teorico il passaggio che si opera in campo politico.
Il regime di controrivoluzione preventiva si distingue dal fascismo aperto (dominio terroristico della borghesia) perché la borghesia usa la repressione e il terrore non contro le masse popolari in generale, ma unicamente contro i rivoluzionari.
***
I cinque pilastri del regime di controrivoluzione preventiva
1. Mantenere l’arretratezza politica e in generale culturale delle masse popolari. A questo fine diffondere attivamente tra le masse una cultura d’evasione dalla realtà; promuovere teorie, movimenti e occupazioni che distolgono l’attenzione, l’interesse e l’attività delle masse popolari dagli antagonismi di classe e le concentrano su futilità (diversione); fare confusione e intossicazione con teorie reazionarie e notizie false. Insomma impedire la crescita della coscienza politica con un apposito e articolato sistema di operazioni culturali.
2. Soddisfare le richieste di miglioramento che le masse popolari avanzano con più forza; dare a ognuno la speranza di poter avere una vita dignitosa e alimentare questa speranza con qualche risultato pratico; avvolgere ogni lavoratore in una rete di vincoli finanziari (mutui, rate, ipoteche, bollette, imposte, affitti, ecc.) che lo mettono a ogni momento nel rischio di perdere individualmente tutto o comunque molto del suo stato sociale se non riesce a rispettare le scadenze e le cadenze fissategli.
3. Sviluppare canali di partecipazione delle masse popolari alla lotta politica della borghesia in posizione subordinata, al seguito dei suoi partiti e dei suoi esponenti. La partecipazione delle masse popolari alla lotta politica della borghesia è un ingrediente indispensabile della controrivoluzione preventiva. La divisione dei poteri, le assemblee rappresentative, le elezioni politiche e la lotta tra vari partiti (il pluripartitismo) sono aspetti essenziali dei regimi di controrivoluzione preventiva. La borghesia deve far percepire alle masse come loro lo Stato che in realtà è della borghesia imperialista. Tutti quelli che vogliono partecipare alla vita politica devono poter partecipare. La borghesia però pone, e deve porre, la tacita condizione che stiano al gioco e alle regole della classe dominante: non vadano oltre il suo ordinamento sociale.
4. Mantenere le masse popolari e in particolare gli operai in uno stato di impotenza, evitare che si organizzino (senza organizzazione un proletario è privo di ogni forza sociale, non ha alcuna capacità di influire sull’orientamento e sull’andamento della vita sociale); fornire alle masse organizzazioni dirette da uomini di fiducia della borghesia (organizzazioni che la borghesia fa costruire per distogliere le masse dalle organizzazioni di classe, mobilitando e sostenendo preti, poliziotti, affini: le organizzazioni “gialle”, come la Cisl, le Acli, la Uil, ecc.), da uomini venali, corrompibili, ambiziosi, individualisti; impedire che gli operai formino organizzazioni autonome dalla borghesia nella loro struttura e nel loro orientamento.
5. Reprimere il più selettivamente possibile i comunisti. Impedire a ogni costo che i comunisti abbiano successo: quindi che moltiplichino la loro forza organizzandosi in partito; che elaborino e assimilino una concezione del mondo, un metodo di conoscenza e di lavoro e una strategia giusti, che svolgano un’attività efficace; che reclutino, che affermino la loro egemonia nella classe operaia. Corrompere e cooptare i comunisti, spezzare ed eliminare quelli che non si lasciano corrompere e cooptare.
Il testo è tratto dall’articolo “Ancora sulla controrivoluzione preventiva” pubblicato su La Voce del (n)Pci n. 6.