Aderiamo e partecipiamo alla manifestazione Liberiamo l’Italia del 12 ottobre a Roma

Ai promotori, organizzatori e partecipanti.

Il Partito dei CARC partecipa alla manifestazione del 12 ottobre a Roma promossa da P101 e da altri organismi, perché siamo convinti che per salvare il nostro paese e rimetterlo su una via di progresso, per farla finita con la macelleria sociale e con il degrado economico, sociale e ambientale dobbiamo liberare l’Italia.

Dobbiamo liberare il nostro paese dalle catene dell’Unione Europea. L’UE significa austerità economica per le masse popolari, libertà d’azione per i capitalisti e speculatori che

– delocalizzano, acquistano aziende che chiudono per eliminare concorrenti, inquinano con prodotti inutili e dannosi,  accrescendo trasporti, turismo e urbanizzazione,

– lanciano grandi opere inutili, costose e devastanti per l’ambiente e territori

– usano gli investimenti pubblici, gli ammortizzatori sociali e il regime fiscale al servizio del sistema finanziario internazionale tramite il Debito Pubblico.

Non è vero che “non ci sono soldi”: ogni anno il governo incassa per imposte, tasse e altri tributi più soldi di quelli che spende per salari, trasferimenti alle famiglie e acquisti. Il Debito Pubblico è una trappola per estorcere soldi alle masse popolari e consegnarli a un pugno di finanzieri e speculatori italiani e stranieri.

Bisogna abolire il Debito Pubblico, smettere di pagare interessi e rate alle banche, alle finanziarie, ai fondi d’investimento e ai ricchi che hanno in mano il grosso dei titoli del Debito Pubblico e tutelare solo i piccoli risparmiatori. Così diventa possibile fare piani di investimenti pubblici, rinnovare i contratti ai dipendenti pubblici, abolire la Fornero, fare manutenzione del territorio, pagare alle imprese gli arretrati, ecc.

Bisogna impedire l’acquisto di aziende da parte di gruppi industriali o finanziari stranieri o multinazionali: questi comprano aziende italiane per appropriarsi di conoscenze (know-how), avviamento industriale, struttura di ricerca e marchio, per speculare sul mercato finanziario, per conquistare fette di mercato ed eliminare concorrenti, per accaparrarsi aiuti statali e poi chiudono, smembrano, riducono o delocalizzano in paesi dove possono avvalersi di lavoratori con meno diritti e salari più bassi e di leggi di protezione dell’ambiente e della sicurezza più permissive.

Dobbiamo liberare il nostro paese dalla NATO. La NATO vuol dire coinvolgimento in “guerre umanitarie”, basi e installazioni militari che godono della extraterritorialità, impunità per i soldati USA, spese militari crescenti per il riarmo e le guerre, obbligo di acquisti di armi quali gli F35, inquinamento per le attività di truppe italiane e straniere in Italia. Ristabilire il potere dello Stato italiano sulle basi NATO e USA, rendere pubblici gli accordi segreti, disattendere accordi, vietare di svolgere esercitazioni con armi nucleari nelle basi NATO e USA nel nostro paese e di usarle come retrovia per missioni di guerra, sottoporre i militari americani alla legislazione italiana!

Dobbiamo liberare il nostro paese da governi e poteri occulti come il Vaticano. L’Italia dal 1948 è sottoposta a un governo occulto e irresponsabile, il Vaticano che detta legge nei vari campi della vita politica, sociale e culturale, che succhia ingenti risorse pubbliche, che gode di vari privilegi e impunità.

I  governi che si sono succeduti in Italia dal 1948 hanno sistematicamente liquidato anche quello che ancora restava della sovranità nazionale proclamata nella Costituzione del 1948: la NATO, l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il Vaticano, l’oligarchia finanziaria titolare del Debito Pubblico dettano legge nel nostro paese.

La lotta per la sovranità nazionale è un aspetto della lotta della classe operaia e delle masse popolari, oggi in Italia e sempre nella storia del movimento comunista. Chi vuole  liberare il nostro paese deve affrontare innanzitutto il compito di liberare l’Italia dal dominio dei caporioni della finanza, dei banchieri e dei grandi capitalisti dell’industria e del commercio, dalla Corte Pontificia e dai grandi capi della criminalità organizzata (i vertici della Repubblica Pontificia). Sono loro che hanno ceduto la sovranità nazionale per partecipare essi stessi ai privilegi, alle rendite e ai profitti della dominazione della Comunità Internazionale sul mondo. Sono i capitalisti italiani aggregati attorno al Vaticano e infeudati agli imperialisti americani che hanno reso l’Italia un territorio a disposizione della NATO. È per i loro interessi che fin dal 1980 hanno reso la Banca d’Italia un’agenzia finanziaria dei gruppi imperialisti italiani e internazionali. È per i loro interessi che si sono poi messi al seguito dei gruppi imperialisti franco-tedeschi e distruggono una dopo l’altra le conquiste di civiltà e di benessere che gli operai e gli altri lavoratori avevano strappato sull’onda della Rivoluzione d’Ottobre, della vittoria della Resistenza e dell’avanzata del movimento comunista nel mondo.

Per liberare il nostro paese bisogna installare un governo di emergenza emanazione delle masse popolari organizzate. Un governo che poggi direttamente sull’organizzazione e sulla mobilitazione di centinaia di organizzazioni operaie e popolari (comitati, reti, associazioni) che capillarmente prendono in mano la direzione del paese, decise a stroncare le manovre e il boicottaggio dei grandi capitalisti, dei banchieri e dei re della finanza italiani e a far funzionare le aziende anche a prescindere da questi, decise a resistere all’aggressione economica dei gruppi imperialisti europei e americani.

Ci vuole quello che noi chiamiamo Governo di Blocco Popolare. Per liberare l’Italia bisogna quindi mettersi a mobilitare gli operai, gli altri lavoratori, tutte le classi oppresse perché dovunque gli elementi più avanzati si organizzino. Per farla finita con la crisi del capitalismo e i disastri che produce, bisogna farla finita con il capitalismo. È un’opera difficile ma possibile. Dipende solo da noi impegnarci. Questa è l’opera che costruirà il nostro futuro e ci farà fare un salto verso l’instaurazione del socialismo.

Difendere l’apparato produttivo, tenere aperte le aziende sotto il controllo operaio e popolare.

Nazionalizzare la produzione e la distribuzione di tutti i servizi.

Rompere con la sottomissione alla UE, NATO, Vaticano.

Organizziamoci per dare al paese il governo di cui le masse popolari hanno bisogno.

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

La Siria è sotto attacco di Usa e Israele

Morte all'imperialismo! Il Socialismo è il futuro dell'umanità!

Questioni di lotta di classe

Poco prima dello svolgimento del corteo del 30 novembre...

Perchè non sciopero?

Alcune esperienze di lavoratori e compagni del P.Carc

Di scioperi e d’intifada

Dalle piazze del 29 e del 30 novembre