Milano, 15 novembre 2016
In questi giorni la minoranza consigliare composta da PD, M5S, Sinistra x Milano e Lista Sala ha presentato una mozione di sfiducia a Piscina che verrà discussa nella seduta del Consiglio di Municipio 2 del 15 novembre 2016.
Questa mozione non può che trovare l’appoggio di tutti quei singoli, organismi, comitati, associazioni, partiti che sono attivi nel Municipio 2, di quanti ci vivono, ci lavorano, lo frequentano e sono attivi e protagonisti nel cambiare le cose, ma è una mozione che può trovare l’appoggio anche di quanti, anche per sfinimento rispetto allo stato di degrado e abbrutimento che si vivono e si respirano in quartiere, non trovavano risposte adeguate dalla sinistra, e si sono fatti convincere dalle promesse di Piscina e della sua cricca di affaristi. Ma la campagna elettorale è finita e le promesse (lotta al degrado e alla criminalità) sono rimaste su carta. Non solo, il Consiglio di Municipio dal giorno del suo insediamento si è distinto per zuffe e litigi fra i partiti di mggioranza (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) e per la propaganda razzista (che in ultimo si è scagliata contro i poveri in fila al Pane Quotidiano, additandoli di essere la causa del degrado nel Municipio 2). Non solo le promesse si sono sciolte come neve al sole (come era prevedibile), ma il Consiglio Municipale non ha combinato niente nemmeno di quello che ordinariamente e normalmente dovrebbe e potrebbe fare.
Con le nuove amministrative infatti c’è stato il passaggio dalle zone ai municipi, che dovrebbe garantire una maggiore autonomia di governo territoriale e maggiori poteri alle giunte di municipio, ma l’immobilismo attuale ha svuotato completamente il municipio delle sue funzioni, costringendo le associazioni e gli organismi territoriali e tematici a rivolgersi direttamente al Comune. Piscina e la sua giunta devono dimettersi!
Dobbiamo spingerli a dimettersi, promuovendo la partecipazione delle masse popolari del Consiglio di Municipio, promuovendone la mobilitazione per esercitare un controllo popolare e trasparente sull’operato della giunta: se gli eletti non svolgono il loro ruolo, non esercitano il potere che gli è stato demandato, non attuano la Costituzione devono essere mandati a casa. Questo non è un percorso che si può consumare dentro le aule istituzionali, non può essere un testa a testa fra la maggioranza e la minoranza. Deve essere un percorso che va portato nelle strade, nelle zone di abitazione, nelle scuole, nelle aziende del territorio. Le dimissioni di Piscina possiamo ottenerle solo se dal basso si promuove un percorso di partecipazione, di attivismo, che non si ferma a denunciare (a chiedere le dimissioni) ma che si pone nell’ottica di e inizia a operare per costruire una governabilità del territorio democratica, popolare, che mette al centro della sua azione gli interessi delle masse popolari che lo vivono.
Dopo Piscina non può arrivare niente di buono dall’alto. Sala ha firmato il Patto per Milano con Renzi, il rottamatore della Costituzione, Sala è al fianco di un governo centrale che fa gli interessi delle banche e dei circoli della finanzia internazionale (ogni sua manovra dal Job’s Act alla Buona Scuola, dal Piano Casa allo Sblocca Italia ne sono una dimostrazione). Sala non sa e non ha la volontà politica di risolvere i problemi che le masse popolari vivono e infatti manderà l’esercito a fare passeggiate in quartiere. Ma chi si sente più sicuro con l’esercito in casa, come se vivessimo in stato di assedio? La mobilitazione reazionaria è l’unica risposta che i poteri forti sanno dare.
L’unica soluzione è costruire un municipio popolare che si muova fin da subito sulle questioni fondamentali, a partire dal lavoro. Un municipio popolare che si avvalga della Costituzione e la applichi facendo valere il principio di sussidiarietà sancito nel Titolo V articolo 118, un principio che formalizza che se le istituzioni non fanno quello che dovrebbero fare i cittadini sono chiamati a farlo. Un principio che è richiamato anche nel Testo Unico degli enti locali.
Non si tratta di essere contro o pro questa o quell’istituzione, dobbiamo essere per istituzioni che fanno gli interessi delle masse popolari, ne assumono le indicazioni e le eseguono.
Torniamo a parlare di sicurezza e degrado. I ricchi non hanno questo problema, anzi è la classe dominante a generare le contraddizioni e i problemi per le masse popolari, di cui insicurezza e degrado sono un aspetto, è la classe dominante che oltre a crearli ci specula e non ha soluzioni positive, ma solo azioni che alimentano la guerra fra poveri e il senso di insicurezza (vivere con l’esercito in casa alimenta un clima da guerra, di caccia al nemico).
Per parlare di lotta al degrado e di sicurezza con un’ottica inclusiva e di prospettiva, per non cadere nella promozione della guerra fra poveri, occorre fare un ragionamento e prendere in mano la situazione, renderla una questione pubblica per trovare soluzioni che siano effettive soluzioni. Bene il controllo ma quello popolare e non delle forze repressive.
Il controllo popolare va esercitato su tutto, a partire dalla questione del lavoro: la disoccupazione crescente è la madre dei problemi di ogni quartiere, compreso il nostro. Quanti disoccupati sono a casa a deprimersi mentre aziende come l’AMSA sono sottorganico e lasciano le città marcire nel puzzo di piscio e sotto cataste di immondizia? Quanti disoccupati si abbrutiscono mentre l’ATM non fa un piano per la manutezione delle stazioni metropolitane che si allagano ogni volta che piove? Quante persone vengono lasciate a casa ogni giorno o sono costrette a spostarsi a km di distanza mentre la loro città sarebbe da rimettere in piedi da cima a fondo? Quanti sono i disoccupati iscritti ai centri per l’impiego da anni senza trovare un posto di lavoro utile né tanto meno dignitoso? Vogliamo veramente credere che mancano i soldi? Eppure i soldi per Expo c’erano, ce ne erano così tanti che la torta se la sono spartita tutti e alle masse popolari neanche le briciole sono rimaste.
Oggi chi vuole sfiduciare Piscina non può limitarsi a essere contro l’attuale giunta, deve promuovere, alimentare e concretizzare il protagonismo e l’attivismo delle masse popolari, raccogliere il malcontento e trasformarlo in base materiale del cambiamento. Come? Fin da subito deve:
-
usare l’autorevolezza e le risorse che ha per chiamare alla mobilitazione tutti quei cittadini che hanno presenziato al Consiglio di Municipio il 10 novembre, le associazioni e i comitati e organizzare un consiglio di municipio pubblico e aperto in cui si discutono i problemi del territorio, si definiscono alcune priorità, si elaborano possibili soluzioni da mettere in pratica fin da subito;
-
mobilitare i consiglieri e i dipendenti degli uffici del Municipio 2 per censire i disoccupati e impiegarli nella bonifica e cura del territorio: ad esempio, se il parco Trotter non è sicuro, i disoccupati possono sostenere i vigili di quartiere nel presidiare il parco o l’AMSA nello smaltimento o nel lavoro di sensibilizzazione dei rifiuti abusivi o ancora nella sistemazione della palazzina di via Padova 85 sequestrata alla criminalità organizzata, abbandonata e destinata a spaccio e discarica che può diventare la sede delle associazioni che sono costrette a pagare affitti per svolgere un lavoro di cui tutta la collettività ne beneficia, spesso sostituendosi alle istituzioni stesse;
-
a prendere contatti, esprimere solidarietà a un operaio della Univer di via Empedocle, licenziato perché scadeva il contratto che l’azienda gli aveva fatto con il Job’s Act e che ha deciso di non rinnovare nonostante quella figura servisse.
Questi sono solo alcuni esempi, che però possono essere messi in campo nell’immediato con l’obiettivo di alimentare e sostenere quel movimento popolare che non abbassa la testa e si organizza per far fronte agli effetti della crisi e all’incuria e abbandono delle istituzioni locali e del governo centrale.
Sostenere questo movimento popolare e dal basso per costruire municipi popolari che vigilino, controllini e indichino le misure d’emergenza che le istituzioni locali devono prendere e attuare e se non lo fanno si sostituiscano per farlo.
Come Partito dei CARC sosteniamo questo percorso e chiunque (cittadini, organismi, consiglieri) voglia mettersi su questa strada e costruire il municipio che serve alla zona 2.
Per tanto invitiamo a partecipare alla Festa della Riscossa Popolare che si terrà il 18, 19 e 20 novembre alla Casa del Popolo e in particolare al dibattito di sabato 19 “Costruiamo Consigli Popolari in ogni città” (dalle h 16.30) al cui centro c’è la campagna referendaria in corso e come si lega alla costruzione di una nuova governabilità dei territori e che servirà anche per discutere di iniziative comuni che possono essere perseguite, sia nella campagna referendaria che nella situazione del municipio.
Giovedì 18 terremo una conferenza stampa nella galleria di via Paruta per presentare la Festa e lanciare un percorso per la riqualifica del quartiere, la conferenza stampa si svolgerà in forma di presidio per denunciare quello che è il vero degrado nel quartiere e indicare che l’unica soluzione al degrado, al malaffare del municipio può venire dal basso, dalla partecipazione e dalla mobilitazione popolare che metta in piedi iniziative pratiche e concrete senza aspettare e demandare l’intervento alle autorità, perché non servono permessi per vivere una vita dignitosa in un ambiente sano!
La Sezione di Milano “Teresa Noce” del Partito dei CARC
[email protected] – 339.34.18.325 – Facebook: Teresa Noce
c/o Casa del Popolo di via Padova, 179 (in galleria)