[Torino] Giù le mani da Marco e Giancarlo: fare rete contro la repressione politico-sindacale!

A poca distanza dal licenziamento del delegato Usb Marco Avataneo da parte della Cooperativa Sociale Arcobaleno, ecco che l’istituto, che di “sociale” ha ormai solo il nome, ha ben deciso di licenziare anche un altro delegato Usb, Giancarlo (qui le recenti interviste a Marco e Giancarlo per RadioGrad).

La motivazione ufficiale? “Non è più idoneo alla mansione”.

La verità? Quella di essersi, Giancarlo come Marco e altri colleghi, organizzato sindacalmente e aver, da mesi, denunciato pubblicamente i sempre più difficili carichi di lavoro, la scarsa manutenzione e le gravi condizioni di sicurezza sul lavoro su strada, già particolarmente rischioso e usurante qual è quello della raccolta rifiuti e aggravato da un parco mezzi vecchio e scassato. A tutto ciò, la risposta della Cooperativa Arcobaleno è stata da manuale repressivo: pressioni e lettere di contestazione, fino ai licenziamenti. Una vera e propria ritorsione quindi: ecco il vero volto di Arcobaleno, da “paladina” dell’inclusività all’affarismo che non tollera chi alza la testa, senza guardare in faccia niente e nessuno con l’aggravante che Giancarlo ha un’invalidità riconosciuta al 75% quale diretta conseguenza del lavoro che fa.

Un attacco a Marco, a Giancarlo e alla stessa Usb ma anche un monito per gli altri dipendenti: un attacco a tutti i lavoratori e come tale va trattato! Serve quindi la più ampia risposta unitaria e collettiva per rispedire al mittente questi infami licenziamenti: se toccano uno, toccano tutti! In questo, il Coordinamento Fare rete contro la repressione politico-sindacale è un ottimo esempio di cosa significa unirsi, al di là della tessera sindacale, per respingere la repressione aziendale e difendere lavoro, sicurezza e dignità.

Creare quindi in ogni posto di lavoro organismi di lavoratori che impongono il rispetto, l’applicazione e il miglioramento della normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro è la linea immediatamente pratica e concreta da seguire, consapevoli che, in termini di soluzione e di prospettiva, l’unica vera sicurezza sul lavoro sarà quella garantita dal controllo operaio e dei lavoratori dentro e fuori i posti di lavoro. Ci sono mille forme di lotta che i lavoratori possono attuare, dallo sciopero, ai picchetti fino al rifiuto, segnalando ogni criticità e rispettando regolamenti e carichi di lavoro alla lettera, di operare su mezzi non sicuri fino a quando non vengono resi idonei (altri spunti in Scioperi senza picchietti?). In altri termini, ciò che è determinante per la tutela della salute e della sicurezza sui posti di lavoro e contro gli obblighi di fedeltà aziendale sono il protagonismo, l’organizzazione e il coordinamento dei lavoratori: le norme e i sistemi di sicurezza sul lavoro esistono, si tratta di farli valere e applicare dal basso e questo solo i lavoratori organizzati possono farlo!

Ai bavagli e alle ritorsioni rispondiamo compatti: al fianco di Marco e Giancarlo fino al loro reintegro e alla vittoria!

La solidarietà di classe è un’arma, usiamola!