Napoli. Serve il piano di emergenza per il bradisismo non il piano del riarmo europeo

Dalla fine del 2023, i Campi Flegrei sono interessati da una nuova crisi bradisismica. Le scosse succedutesi nel corso del 2024 hanno reso inagibili molte abitazioni e circa un migliaio di persone sono state sfollate dai loro appartamenti.
Stante l’incapacità delle istituzioni ad affrontare la situazione di emergenza determinatasi, sono nati diversi comitati popolari che, oltre a denunciare le inefficienze e la gestione criminale e speculativa delle istituzioni, si adoperano nell’individuare le misure necessarie per fare fronte agli accadimenti.
Il 16 febbraio scorso sono riprese le scosse, che hanno raggiunto un’intensità di magnitudo 3.9, allertando principalmente la popolazione di Pozzuoli. Scese in strada, le persone non sapevano dove andare a ripararsi, in quanto non sono ancora stati individuati punti di ritrovo, né tantomeno hub di primo intervento, e anche i controlli e i lavori per la messa in sicurezza del territorio devono ancora partire, nonostante i fondi siano stati stanziati da mesi.
A fronte di questa inerzia, i comitati Emergenza Campi Flegrei e Pozzuoli Sicura hanno organizzato varie attività tra cui una manifestazione cittadina, il 23 febbraio, per avere risposte concrete sulla installazione di hub, tende, controlli per la sicurezza degli edifici, ecc. Si sono inoltre costituiti altri comitati e gruppi di cittadini che monitorano giornalmente la situazione e il procedere dei lavori (una sorta di controllo popolare spontaneo).
Il comitato popolare Monteruscello svegliati ha proclamato lo stato di agitazione e indetto una mobilitazione per il 28 marzo davanti al Comune di Pozzuoli, perché l’amministrazione comunale ha avuto il coraggio di aumentare i canoni di locazione degli ormai fatiscenti prefabbricati costruiti in occasione del terremoto del 1983!
In contemporanea, a Bagnoli (quartiere di Napoli), i compagni del Laboratorio politico Iskra hanno iniziato a organizzare assemblee e a promuovere iniziative coinvolgendo gli abitanti del quartiere.
Il 21 febbraio hanno svolto un presidio all’esterno del Consiglio comunale di Napoli; il 5 marzo hanno occupato per 4 giorni la X Municipalità, per chiedere l’immediata convocazione di un consiglio comunale monotematico, che si è svolto il 10 marzo. Durante la seduta sono state riportate le decisioni racchiuse nel verbale della IV Assemblea Popolare della X Municipalità Occupata.
Tra le rivendicazioni proposte c’è l’apertura di punti fissi e stabili nel tempo nella ex base Nato, nelle aree sicure dell’ex Italsider, nella Mostra d’Oltremare e nelle aree individuate in altri comuni, con la creazione di punti di raccolta e di ristoro comprensivi di letti, accesso a bagni e docce, cibo, in particolare per persone con disabilità, fragilità, bambini e anziani.
Una parziale applicazione di questa misura è stata imposta con la forza nei giorni successivi. È accaduto, infatti, che il 13 marzo si è verificata una scossa di magnitudo 4.6, che ha causato crolli di controsoffitti e lesioni importanti ad alcuni edifici. Le persone spaventate sono scese in strada e hanno forzato i cancelli dell’ex base Nato di Bagnoli per trovare un rifugio sicuro. Si sono verificati tafferugli con le forze dell’ordine in quanto quest’area dovrebbe appunto rimanere accessibile da protocollo per accogliere le persone in caso di emergenza.
Si è costituita così un’assemblea permanente presso l’ex base Nato che si riunisce tutti i pomeriggi e svolge un controllo popolare sull’attuazione delle misure promesse. Grazie a queste mobilitazioni l’ex base Nato è diventata un hub di prima assistenza (anche se ancora non attiva per il pernottamento, ma aperta per il primo intervento in caso di scosse).

Il 21 marzo, in occasione della passerella elettorale organizzata dai ministri Salvini, Valditara e Piantedosi presso la Città della scienza, l’Assemblea Popolare di Bagnoli ha deciso di organizzare una manifestazione di contestazione con l’obiettivo di “essere ascoltati” dal governo centrale. Un primo obiettivo è stato raggiunto: il 27 marzo si è svolto, nella sede della Presidenza del consiglio dei ministri, l’incontro tra l’Assemblea Popolare di Bagnoli e dei Campi Flegrei e il ministro Musumeci, il prefetto di Napoli e la Protezione Civile. È emerso che le tempistiche relative agli interventi da mettere in campo sono ancora troppo lunghe e impongono di non abbassare la guardia e di continuare la mobilitazione unitaria di tutta la popolazione, da Pozzuoli a Bagnoli.

Quanto fin qui riportato mette bene in luce come, a distanza di oltre un anno, le istituzioni non sono state capaci di mettere in piedi un piano credibile per affrontare la situazione emergenziale che si vive nell’area dei Campi Flegrei. Questo mentre il governo Meloni ha già elargito milioni di euro per la guerra della Nato contro la Federazione Russa e si appresta a inchinarsi al piano di riarmo europeo di Ursula Von der Leyen.

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